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Il massiccio dell’Ortles Cevedale, che fa parte delle Alpi Retiche meridionali, si estende tra il Trentino, il Südtirolo o Alto Adige, la provincia di Sondrio e la provincia di Brescia. La cresta principale fa da spartiacque tra il bacino idrografico dell’Adige e quello dell’Adda. I confini naturali sono l’Alta Val Camonica, il Passo del Tonale, la Val di Sole e la Val di Non a sud, il Passo Palade e la Val d’Adige a est, la Val Venosta, la Valle di Trafoi, il Passo dello Stelvio e la Val Braulio a nord, l’alta Valtellina con Bormio, la Valfurva, il Passo Gavia e la Valle delle Messi a ovest. E’ un’area protetta tra le più vaste d’Italia con il Parco Nazionale dello Stelvio, confinante con il Parco Nazionale Svizzero dell’Engadina. Dal punto di vista geologico é composto da micascisti cristallini, prevalentemente filladi quarzifere nel gruppo del Cevedale, rocce che compongono anche il basamento nel gruppo dell’Ortles, nel quale però sono sovrastate da stratificazioni di dolomia metamorfica. Le cime principali sono l’Ortles (3905 m), il Gran Zebrù (3857 m), il Cevedale (3769 m), il Monte Zebrù (3735 m), il Palon de La Mare (3705 m), il San Matteo (3692 m), il Vioz (3645 m). Sul versante settentrionale della catena che va dal Palon de La Mare al Pizzo Tresero si sviluppa il secondo sistema glaciale italiano per vastità, il Ghiacciaio dei Forni, che occupa una superficie di quasi 13 km quadrati.
Il massiccio dal punto di vista alpinistico è conosciuto, per lo scialpinismo in inverno e in primavera. Quasi tutte le cime del massiccio sono raggiungibili con gli sci e molti rifugi del gruppo del Cevedale sono aperti in questo periodo per tour di scialpinismo di durata settimanale.
Nelle Valli di Rabbi e Pejo in Val di Sole e in alta Val Martello in inverno si può praticare anche l’arrampicata in piolet traction sulle numerose cascate ghiacciate. Le più famose sono quelle della valle di Valorz di fronte al paese di San Bernardo di Rabbi.
Nel gruppo Ortles Cevedale si elevano una ventina di cime sopra ai 3500 m di quota e tantissime altre oltre i 3000. Nel periodo estivo le salite alpinistiche classiche alle cime principali, lungo le vie normali o per creste su terreno misto, roccia e ghiaccio, oppure sulle varie pareti nord sono in numerevoli. Tra le quali spiccano: l’Ortles per la via normale oppure lungo le innumerevoli creste, il Gran Zebrù, il Cevedale, la traversata Vioz – Cevedale, la traversata delle Tredici Cime dal Cevedale al Pizzo Tresero, cavalcando in tre giorni tredici cime oltre i 3500 m. Oppure la più impegnativa ed avventurosa traversata, dal Passo dello Stelvio al Passo dell’Ortles, lungo la Baeckmann Grat, che collega la Trafoier Eiswand alla Cima Thurwieser.
In Val di Solda si possono salire anche due vie ferrate; la via ferrata della Punta Tabaretta (3128 m), una delle più difficili vie ferrate moderne della regione, l’altra sulla Croda di Cengles Tschengleser Hochwand (3375 m).
In tutto il Parco Nazionale dello Stelvio le escursioni naturalistiche di uno o più giorni sono innumerevoli.
Il versante sud orientale del Cevedale, tra la Val Martello, la Val di La Mare, la Valle Sternai e la Val d’Ultimo, si presta a tour escursionistici settimanali collegando queste vallate ed i vari rifugi attraverso una serie di passi e vedrette con poca difficoltà tecnica.
La cima del Monte Vioz (3645 m) in Val di Peio è una delle poche vette di questa quota raggiungibili in estate senza l’uso di attrezzatura alpinistica. Dalla cima in dieci minuti si raggiunge la Punta Linke (3631 m), dove è possibile visitare un piccolo museo della Prima Guerra Mondiale nel Bunker (Stol in dialetto solandro) di arrivo della teleferica che riforniva la prima linea austriaca della zona.
A nord del Passo del Tonale è possibile percorrere due sentieri attrezzati, il Sentiero degli Austriaci e il Sentiero degli Alpini che collegano le linee di difesa austriaca ed italiana dell’Albiolo.
In tutto il massiccio si trovano parecchi siti risalenti alla Grande Guerra combattuta tra il 1915-1918 tra Alpini Italiani e Kaiserjäger Austriaci e la Punta San Matteo (3692 m) è rimasta famosa per essere il luogo della più alta battaglia di tutta la guerra.
I rifugi più frequentati sono:
- Il rifugio Vioz (3535 m) e il rifugio Larcher (2608 m) in Val di Pejo.
- Il rifugio Dorigoni (2437 m) e il rifugio Lago Corvo (2425 m) in Val di Rabbi.
- Il rifugio Canziani Höchster-Hütte (2561 m) in Val dUltimo.
- Il rifugio Corsi Zufall-Hütte (2265 m) e il rifugio Martello Marteller-Hütte (2580 m) in Val Martello.
- Il rifugio Serristori Zaytal-Hütte (2721 m), il rifugio Tabaretta (2556 m), il rifugio Payer (3029 m), il rifugio Coston Hintergrat-Hütte (2661 m), il rifugio Città di Milano Schaubach-Hütte (2581 m) e il rifugio Borletti Bergl-Hütte (2188 m) in Val di Solda.
- Il rifugio V Alpini (2878 m) in Val Zebrù.
- Il rifugio Branca (2487 m), il rifugio Pizzini (2700 m) e il rifugio Casati (3254 m) in Val dei Forni.
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